Sentenza della Suprema Corte di Cassazione 28437/2021.
Un’importante sentenza che detta un principio di ragionevole giustizia sostanziale.
Un imprenditore già condannato per il reato di dichiarazione fraudolenta, era stato tratto un’altra volta a giudizio per la medesima annualità di imposta sulla base di altre fatture.
La Cassazione fa chiarezza evidenziano che il momento consumativo del reato è quello della presentazione della dichiarazione dei redditi, non già quello in cui i documenti vengono registrati.
Se fosse valsa la tesi portata avanti dall’accusa su segnalazione dell’Agenzia delle Entrate, il contribuente avrebbe potuto subire una pluralità di processi per la medesima annualità, in barba ad un principio di giustizia sostanziale.
Fortunatamente la Cassazione fa sua una ragionevole interpretazione della norma, per cui una volta che la sentenza di condanna e/o di assoluzione è passata in giudicato, non può ripetersi “ad libitum” il processo.